Native Advertising: quando la pubblicità si nasconde tra i contenuti
Hai mai notato quegli annunci pubblicitari che appaiono nel bel mezzo del tuo feed sui social, quasi senza che te ne accorga? Non stiamo parlando dei classici banner che saltano all’occhio, ma di pubblicità che sembrano perfettamente inserite nel contesto, tanto che potresti confonderle con i post normali. Ecco, questo è l’effetto della Native Advertising.
La Native Advertising è un tipo di pubblicità che si mimetizza con il resto dei contenuti della piattaforma in cui si trova. Immagina di scorrere Instagram o leggere un articolo online: tutto sembra fluido, naturale, fino a quando non ti rendi conto che stai leggendo o guardando un contenuto sponsorizzato. Non è invasivo come i classici pop-up o i banner lampeggianti. Al contrario, si inserisce nel flusso di ciò che stai già guardando.
Pensa agli annunci che vedi su Facebook o LinkedIn. Solitamente l’unico segno che ci fa capire che è pubblicità è quella piccola scritta “sponsorizzato”. Anche i siti web fanno lo stesso, inserendo widget che sembrano contenuti editoriali, ma in realtà sono annunci.
A differenza della classica pubblicità display, la Native Advertising ha due caratteristiche chiave che la rendono più efficace:
1. Si confonde con il contesto visivo: un annuncio nativo ha lo stesso aspetto e formato del contenuto che lo circonda. Questo aiuta a evitare quella situazione in cui gli utenti saltano inconsciamente gli annunci troppo evidenti o invadenti. Poiché l’annuncio sembra parte del contenuto che già stai guardando, hai maggiori probabilità di soffermarti su di esso.
2. È rilevante per l’utente: non si tratta solo di apparire ben inserito nel contesto, ma anche di offrire contenuti interessanti. Un annuncio che ti parla direttamente o che risponde a un tuo bisogno specifico è molto più coinvolgente di uno generico e fuori tema.
Uno dei principali punti di forza della Native Advertising è che non interrompe la tua esperienza. Mentre i classici banner o video pubblicitari invadono lo schermo, costringendoti a distogliere l’attenzione da quello che stavi facendo, la pubblicità nativa si presenta in modo sottile, senza disturbare. Questo la rende molto più gradita agli utenti e, di conseguenza, più efficace.
Ovviamente però, ci sono anche dei rischi. Essendo così ben integrata nei contenuti, la Native Advertising può facilmente confondere gli utenti, che potrebbero non rendersi conto di stare guardando un annuncio. Questo può portare a un problema di fiducia. Se un utente si sente “ingannato” perché ha cliccato su qualcosa che credeva fosse un articolo o un post normale, la piattaforma e il brand potrebbero perderne la fiducia.
Proprio per questo, in Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito, gli enti regolatori stanno tenendo d’occhio la situazione. La linea tra pubblicità e contenuto editoriale diventa sempre più sottile, e se non si sta attenti, si rischia di attraversarla.
È fondamentale che gli annunci siano chiaramente etichettati come sponsorizzati, senza cercare di mascherarli da altro.
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